giovedì 9 maggio 2013

Governo in convento, la combriccola appesa a un filo

Come temevano i più, siamo di nuovo appesi alle bizze di Silvio Banana. Alla fine, i "democratici" che hanno deciso di partecipare a questa ridicola spartizione delle poltrone nel nome della governabilità pagheranno il prezzo dell'aver solo rimandato l'agonia. Per ora, l'uomo solo al comando preferisce non spezzare il filo, invitando i suoi dipendenti a fare commenti in suo favore dopo la conferma in Appello dei quattro anni per frode fiscale, ma a non minacciare la stabilità di questa specia di maggioranza-gregge quantomai appesa alle follie del vecchio satiro. 
Infatti, se controllate in rete, è un fiume di attestati di lecchinaggio nei confronti del capo, ma senza che nessuno intenda incendiare la prateria, anche se la palma della dichiarazione più ridicola appartiene come al solito al Pd.
Il viceministro dell'Economia, Stefano Fassina, ha infatti dettato anche lui la linea (e come al solito la linea non c'è) spiegando che "tutti abbiamo l'intenzione di tenere separate le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi dall'attività di governo e del Parlamento, con cui non devono interferire".
Ora, nel come si fa a mantenere separate le questioni, risiede ovviamente il fallimento già registrato dal Pd alle ultime elezioni (e probabilmente chissà quanti altri fallimenti nelle consultazioni future). E' chiaro a tutti, tranne ai vertici del partito, che se la prendono con chiunque (Travaglio, Grillo, Ingroia, Santoro... dimentico qualcuno?) pur di non ammettere di essere dei buoni a nulla che vivono al di fuori del paese reale.
Uno di loro, Enrico Letta, che un giorno celebra Andreotti e l'altro Moro (perché in Italia, si sa, somos todos caballeros), ha convocato la sua banda di boy scout per un week-end presso l'Abbazia cirstercense di Spineto, trasformata da anni in un lussuoso centro congressi. 
Il motto dei simpatici fratacchioni toscani (chissà se pagano l'Imu, loro) è: "I nostri silenzi aiutano a pensare, a lavorare, a studiare".
Ecco, i silenzi. 
Chissà come sarebbe piaciuto a Giulio.

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