venerdì 24 maggio 2013

Obiezione di coscienza: l'abuso di medici e farmacisti (sedicenti) cattolici

L'obiezione di coscienza è un diritto civile. In Italia centinaia di persone sono finite in carcere per renitenza alla leva, prima che questa scelta non violenta venisse regolamentata per legge nel 1972. Gli obiettori però non facevano il servizio militare senza usare le armi, facevano semplicemente altro e per molto tempo anche con un periodo di servizio più lungo rispetto a chi finiva in caserma.
Oggi, abolito il servizio militare obbligatorio, l'obiezione di coscienza non è più necessaria: chi non vuole imbracciare le armi sceglie di fare qualcosa d'altro. Per medici e farmacisti, invece, non funziona così. Grazie a una norma della legge sull'aborto, la celebre 194 del 1978, ginecologi, anestesisti e personale paramedico possono scegliere di non praticare l'interruzione volontaria di gravidanza, trincerandosi dietro le loro convinzioni fideistiche. Ora uno si chiede: posto che la legge risale a 35 anni fa, chi nel frattempo ha intrapreso la carriera non poteva semplicemente fare altro se pensava che la sua coscienza gli impedisse di applicare una norma dello Stato, confermata da un referendum popolare? Evidentemente le regole non valgono per tutti. Come non valgono per i farmacisti che si rifiutano di vendere anticoncezionali e che pure sono titolari di una licenza concessa dallo Stato.



La questione, naturalmente, non ha niente a che fare con le convinzioni religiose, da sempre il paravento preferito di chi ama potere e soldi. La 194 prevedeva che le strutture sanitarie, in caso di obiezione di coscienza dei medici, riorganizzassero il personale con dei trasferimenti in modo da poter comunque garantire la prestazione. Invece, come scrive Repubblica in un'inchiesta, in Italia oltre l'80% dei ginecologi è obiettore di coscienza e le donne che non riescono a trovare posto si rivolgono al mercato clandestino. Il Ministero della Sanità calcola che sono state almeno ventimila le interruzioni di gravidanza illegali, ma secondo alcune stime sono almeno il doppio. Senza contare l'assurda cifra di 75 mila aborti "spontanei", che in larga parte potrebbero essere frutto di pratiche "casalinghe" finite male.
Sull'obiezione di coscienza dei medici, siamo in Italia, è chiaramente fiorito tutto un mercato, con ambulatori fuorilegge: l'ultimo gestito dalla mafia cinese (!)  stato scoperto a Padova e incassava quattromila euro al giorno. Tra i clienti anche donne italiane. E poi sequestri, spaccio di farmaci abortivi, confezioni di Ru486 di contrabbando (quelle che magari non vogliono vendere i farmacisti), 188 procedimenti penali aperti nell'ultimo anno per violazione della 194, spesso contro "insospettabili professionisti" che agivano nei loro studi medici.
Gli orrori di un'obiezione di coscienza praticata da chi una coscienza non ce l'ha. 

Nessun commento:

Posta un commento