venerdì 28 giugno 2013

Chi ha garantito gli Usa sugli F-35? Il dalemiano "Lothar" Minniti fregato da un cablo WikiLeaks

Preso con le mani nel sacco. Mentre il Pd si arrovella sulla questione dell'acquisto dei cacciabombardieri, un cablo di WikiLeaks rivela che tra gli sponsor più accesi degli F-35 c'era la sinistra e in particolare Marco Minniti, senatore dalemiano, attuale sottosegretario con delega ai servizi segreti (siamo in otime mani, direi). Nel marzo del 2006, mentre Prodi e il centrosinistra stanno per tornare al governo, gli americani si preoccupano: che ne sarà della Nato, delle truppe in Afghanistan, degli F-35, dei tanti favori e piaggerie tributati all'amico Bush dal Cavaliere? Cosa faranno questi terribili "comunisti" al governo? A tranquillizzarli c'è Minniti, figlio di un pilota dell'aeronautica militare, che li accoglie in un ufficio "pieno di modelli di aerei e cimeli Nato". 
Fra aeroplanini e reliquie di guerra, l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Massimo D'Alema e sottosegretario alla Difesa con Giuliano Amato, garantisce che la "stretta relazione" fra l'Italia e gli Stati Uniti avviata da Berlusconi fra una bistecca e l'altra nel ranch del presidente texano, non verrà messa da parte. Ampie rassicurazioni anche su Afghanistan e F-35  per i quali "aveva firmato personalmente l'accordo che impegna l'Italia". Il guerriero de' noantri, scrivono i funzionari di Washington, ha "ricordato con orgoglio che il Ministero della Difesa era sul punto di firmare quello che ha definito come una grande espansione degli accordi sul trasferimento di tecnologia militare con il Pentagono alla fine del governo guidato da Massimo D'Alema. Ha espresso quello che è sembrato un desiderio personale di riavviare i negoziati per quell'accordo". 
Minniti, detto Lothar (come l'assistente di Mandrake), è un "nostalgico" delle belle guerre andate,  dei tempi in cui era lui stesso "a coordinare il coinvolgimento militare dell'Italia nei Balcani con gli Stati Uniti e la Nato", quando in palese violazione della Costituzione e degli stessi accordi Nato i nostri caccia bombardavano la Jugoslavia.  
Le tristi miserie della sinistra italiana. 

Preti, carabinieri, industriali: tutti insieme appassionatamente per evadere e riciclare

Dentro c'è tutto un bello spaccato della classe dominante. Preti, anzi, "alti prelati", ex carabinieri dei servizi segreti, broker finanziari e (im)prenditori: tutti insieme appassionatamente per corrompere, truffare e calunniare alla faccia del popolo bue. Indagando dentro quella specie di "fogna" che è sempre stato lo Ior, la banca del Vaticano, i magistrati hanno scoperto una complicata storia di movimenti e accordi per far rientrare in Italia fondi illecitamente depositati in Svizzera e frutto, indovinate un po', di evasione fiscale. 
In manette è finito monsignor Nunzio Scarano, responsabile del servizio di contabilità dell’Apsa, ente che gestisce il tesoro immobiliare della Chiesa cattolica nella Capitale (praticamente mezza città) e soldi in contanti per centinaia di milioni di euro. 

giovedì 27 giugno 2013

Cronache di un paese da delirio: al Quirinale ricevono i condannati

Io non credo che in un paese normale il Capo dello Stato riceverebbe presso la sua sede istituzionale un uomo pluricondannato per reati di vario genere (sia pure in primo grado) e sfuggito a una decina di sentenze definitive grazie a prescrizioni, depenalizzazioni e amnistie. Invece da noi succede, con Silvio Berlusconi salito ieri al Quirinale per un incontro faccia a faccia con uno dei suoi grandi sostenitori, forse l'unico vero fan, il Presidente. 
Napolitano lo ha tenuto a galla quando dalla maggioranza uscì Gianfranco Fini, rinviando il voto di fiducia e concedendogli il tempo necessario per comperarsi un po' di parlamentari. Lo ha salvato dalla sconfitta elettorale convincendo quei beoti del Pd a votare per un anno e mezzo le riforme dei tecnici (ce ne fosse stata una che abbia funzionato...) del governicchio dell'omino con il loden, lo ha sottratto al plotone di esecuzione non affidando un incarico pieno a Bersani e operando per il "grande inciucio" (che ha finito con il tenere anche lui in sella). 
Ieri lo ha invitato per un tè e qualche biscottino, per fargli capire che lui non è come quei brutti cattivoni di comunisti che ancora si annidano nel Pd e per dimostrare a voi sudditi che, in fondo, il Caimano puttaniere, corruttore, evasore, mafiosetto, compratore di deputati, magistrati e sentenze, è tutt'altro che impresentabile.
Ovvio. Nel nostro paese, assai poco normale, queste sono le eccellenze. 

mercoledì 26 giugno 2013

F-35, il pacifismo del Pd è durato un paio di giorni

Sembravano strane certe dichiarazioni di esponenti del Pd, che indossata la maschera "di sinistra" avevano promesso fuoco e fiamme contro l'acquisto degli F-35. C'era addirittura qualcuno che aveva attaccato il ministro della Difesa, Mario Mauro, un cattolico un po' guerrafondaio secondo il quale per amare la pace, bisogna "armare" la pace. Una nuova versione della frase di Vegezio, si vis pacem para bellum, risalente alla fine del IV secolo dopo Cristo, guarda caso diventata il motto di un sacco di corpi militari e davvero poco elegante se pronunciata da un cattolico convinto.
Insomma, c'era la fregatura.
Nella originaria mozione dei democratici, si bloccava l'acquisizione degli F-35 rimandandola alla decisione del Parlamento. Invece è bastato aggiungere la parola "ulteriore" alla parola "acquisizione" e il gioco è perfettamente riuscito. 
Renato Brunetta ha cantato subito vittoria: “La mozione non prevede nessuna sospensione, quello che si deve verificare è un ulteriore impegno che deve passare per il Parlamento, sulla base della normativa esistente. Il programma F-35 è confermato, ma per tutte le ulteriori fasi serve una verifica parlamentare. Le ulteriori fasi sono quelle che non sono state ancora decise".
La maggioranza è salva, gli aeroplanini anche. E il Pd? Si piega ma non si spezza.

Letta e il "pacco" sul lavoro

Beppe Grillo esagera sempre e non è molto capace di scegliersi le persone giuste. Ma quando spara a zero contro i giornalisti, beh, si sa, lì "dove cogli cogli sempre bene". Non è tanto la presenza dei fastidiosi cronisti da marciapiede, a caccia di dichiarazioni sulla qualunque, che in fondo farebbero solo il loro mestiere se ogni tanto, dico ogni tanto, si lanciassero anche in qualche timida domanda invece di limitarsi a lavorare come buche delle lettere. Ma provate a mettere da parte per un attimo il guitto più divertente d'Italia e le sue beghe con il branco di parlamentari che ha fatto eleggere suo malgrado e guardare che cosa sono i quotidiani, i telegiornali, i talk-show e i siti web in questi giorni.
Non esiste praticamente alcuna voce critica. 
Si va dalla schizofrenia di giornali come Repubblica e Corriere, che nelle pagine interne pubblicano anche qualche notizia, mentre affidano molti dei loro editoriali a persone dedite all'esaltazione delle larghe intese e della pacificazione, al filogovernismo storico del giornale degli Agnelli - filogovernismo a prescindere, salisse a Palazzo Chigi anche che so... Johnny lo zingaro - passando per soporiferi dibattiti televisivi. Tutti a gettare acqua sul fuoco della condanna di Berlusconi per il caso Ruby, tutti a parlare di "moralismo" come se il monarca del centrodestra fosse stato incastrato solo per i suoi gusti sessuali un po' eccentrici, quando non bulimici, e non per aver corrotto funzionari pubblici, comprato parlamentari e sentenze favorevoli, aver evaso il fisco, aver truccato i bilanci della sue società e per essersi salvato ripetutamente dal carcere grazie alle leggi che ha fatto approvare dai suoi stipendiati. Tutti a stracciarsi le vesti per la interdizione perpetua dai pubblici uffici (quando viene automaticamente applicata dal codice penale per tutti i reati che superino i cinque anni di condanna). 
La colpa del possibile disastro della maggioranza è tutta della pruriginosa Ilda Boccasini e della feroce Procura di Milano, che non hanno digerito la moral suasion del Presidente della Repubblica (sì, adesso si chiama così il tentativo di influenzare le sentenze). Il problema non è governare con un personaggio che si è macchiato di reati anche gravi e che pensa a una successione dinastica della sua forza politica (vuole metterci la figlia Marina, che se però sarà abile come lo è stata alla Mondadori potrebbe anche far vincere la sinistra un giorno). Il problema è che tutto questo - udite, udite - porterebbe alla fine del mega bunga-bunga in atto e alle fastidiosissime, ne converrete, elezioni. 
Orrore, le elezioni. 
E' perché siamo i solti ingrati e non riusciamo a vedere quanto bene sta facendo il governissimo del nipote del braccio destro di Berlusconi. Guardate oggi che capolavoro hanno presentato: "Il Cdm vara il pacchetto per il lavoro. Letta: favorirà 200 mila assunzioni", suona la grancassa Repubblica mentre dalle parti del Corriere si ode uno squillo di tromba: "Lavoro, bonus per i contratti. Nasceranno 200 mila posti", così, per partenogenesi. "Lavoro, bonus alle imprese che assumono", titola La Stampa molto fiera. 
Poi uno va a leggere dentro e scopre che per poter usufruire dell’incentivo, il giovane senza lavoro deve avere fra i 18 e i 29 anni d'età, essere privo di impiego da almeno 5 mesi e di un diploma di scuola media superiore o professionale, deve vivere da solo con una o più persone a carico. 
Roba da presa per il culo, visto che l'Italia è il paese dove un giovane in quella situazione non solo non vive da solo, ma è lui a essere ancora a carico dei genitori. 
Però tranquilli, il nipote di Gianni Letta ha pensato anche a voi trentenni, quindi vecchi, che avete studiato almeno un po' e che non avete persone a carico: c'è sempre la carta della povertà estrema.
Un po' come tornare alle tessere per il pane.

martedì 25 giugno 2013

Boccia, lo stratega di Bisceglie che vuole salvare la gente con i cacciabombardieri

Fra le menti più sagaci della nuova maggioranza c'è sicuramente Francesco Boccia. Ex trombatissimo candidato alla Regione Puglia per contrastare "a sinistra" l'ascesa di Nichi Vendola, è stato riesumato in tempi di larghe intese come esemplare vivente di inciucista, visto che lui, esponente del Pd, si è sposato con una delle pasionarie di Silvio, Nunzia Di Girolamo, oggi sullo scranno di ministro delle Risorse Agricole.
Il nostro ha ottenuto lo strapuntino di presidente della Commissione Bilancio della Camera ed è uno di quelli che ama sproloquiare su twitter. Oggi è incappato in una gaffe memorabile: rispondendo a una sua compagna di partito che gli chiedeva conto della sua posizione a favore dell'acquisto degli F-35 lo stratega di Bisceglie ha scritto testualmente che "in sostanza non si tratta di fare guerre, con gli elicotteri si spengono incendi, si trasportano malati, si salvano vite umane".
Meraviglioso.
Davvero il poveretto pensa che gli F-35 siano elicotteri che salvano vite umane invece che cacciabombardieri capaci di trasportare ordigni nucleari? E davvero non sa che in Italia esistono attualmente solo 14 aerei antincendio operativi, ciascuno dei quali costa all'incirca un quarto di un caccia F-35 e che semplicemente rinunciando a tre cacciabombardieri e mezzo potremmo raddoppiare la flotta italiana di Canadair?
Un campione di malafede e pressapochismo?
In caso contrario, avvisate la moglie che ora si occupa dello specifico dicastero, che si tratta di braccia strappate all'agricoltura.

Berlusconi condannato. E ora come si fa a votare Pd?

Il problema non è Silvio Berlusconi. Il problema sono quelli che gli hanno consentito di restare a galla nonostante sia un delinquente conclamato. A parte i giornalisti e i parlamentari che figurano sul suo libro paga, infatti, in pochi riescono a negare che la storia di questo presunto statista e del suo incommensurabile potere copre di vergogna il nostro paese. Nei 14 processi che lo hanno visto protagonista e che sono giunti a sentenza definitiva, il Caimano è stato assolto solo tre volte, nelle altre l'ha scampata bella grazie alle leggi fatte approvare dai suoi (e anche da qualche compiacente "avversario", tipo Mastella): sei prescrizioni, due depenalizzazioni (per il reato di falso in bilancio) e due amnistie. Negli ultimi mesi, infine, gli sono state inflitte tre condanne in primo grado, una per frode fiscale, una per i nastri di quegli scemi della sinistra che pensavano di aver messo le mani su una banca e una per il caso Ruby.  Una carriera da fare invidia. 
Passi per Giuliano Ferrara, che confondendo le sue abitudini di prezzolato scribacchino dice che "siamo tutti puttane" (un outing niente male da parte di chi vive da molti anni stipendiato da B. e dalla sua famiglia), per zio Fester Sallusti (che dall'alto del suo scranno di direttore del giornale del fratello di B. tuona contro la "macelleria giudiziaria") per i compagni di merende poco intelligenti alla Alfano, Cicchitto e Gasparri e per tutti i testimoni pagati a peso d'oro che hanno fatto i pagliacci davanti ai magistrati sostenendo che quelle di Arcore e Palazzo Grazioli erano solo "cene eleganti". 
Ma gli altri?
Con che faccia Letta e quello che resta del Partito Democratico possono ancora stare al governo con il partito di Berlusconi? E soprattutto, gli elettori di questa patetica congrega di falliti, la maggior parte dei quali ieri ha di sicuro esultato, sono ancora pronti a votarli? 
E' ora che qualcuno si svegli e metta fine a questo scempio sciogliendo quella che fu solo un'invenzione di Wa(l)ter Veltroni per consentire a B. di governare felice per il resto dei suoi giorni, anche quando perde le elezioni. Qualcuno stacchi la spina, please.

lunedì 24 giugno 2013

Carfagna ingrata: Berlusconi condannato a sette anni per Ruby non può contare sulla prescrizione

L'ingratitudine è una gran brutta bestia. Pensate un po' a Mara Carfagna, bellezza da calendari per camionisti, entrata in politica e diventata addirittura ministro grazie a quel sant'uomo di Silvio Berlusconi. Nel tentativo di darsi un tono, nel nulla generale che ha caratterizzato il suo mandato, come responsabile delle Pari Opportunità (in effetti lei deve tutto alle pari opportunità) ha firmato una legge che ha inasprito le pene per chi va con una prostituta minorenne, anche senza sapere che si tratta di una minorenne. Non so se vi ricordate la campagna che parlava anche di arresto per gli "utilizzatori finali" delle prostitute di strada, un panegirico di retorica pieno di quel ridicolo di cui si copre chi pensa di combattere certi fenomeni solo con la repressione. 
Tutto poteva immaginare la bella Mara, meno che la cosa potesse ritorcersi contro il suo pigmalione, che oggi si è beccato sette anni di carcere (uno in più di quanto richiesto dalla Procura) e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per concussione e prostituzione minorile in primo grado per il celeberrimo caso Ruby. Qui la prescrizione non potrà salvarlo, visto che per una condanna definitiva c'è tempo fino al 2020. 
Urge sempre più l'amnistia. Oppure addio Letta. Nella maggioranza, c'è chi parla già di un possibile salvacondotto giudiziario. È il ciellino Mario Mauro, ex Pdl approdato in Scelta Civica, secondo cui sarebbe neccessario un "provvedimento di amnistia". In un'intervista al Corriere della Sera, il ministro della Difesa, proprio quello che sostiene che rinunciare agli F-35 per dare i soldi alla scuola è demagogia, ha avuto il coraggio di dire che "una stagione di riconciliazione comincia rimuovendo tutte le cause che fanno pensare alla politicca come a una dimensione di scontro, senza esclusione di colpi".

Ps: imperdibili i commenti su Sky di due vecchi arnesi del "giornalismo all'italiana", quello prono ai voleri dell'editore, come Giuliano Ferrara, il direttore di una testata che non c'è, e Paolo Guzzanti (il meno intelligente della famiglia) che parlano di sentenza politica e di "Milano come Tehran", o del vecchio compagno di loggia P2 Fabrizio Cicchitto, che tuona contro "una sentenza da tribunale speciale". Si capisce che gli prudono le mani a tutti, ma che ancora non hanno ricevuto gli ordini di scuderia.
Che farà Silvio?

venerdì 21 giugno 2013

Altro che statista, Silvio ha un piano: lo sta studiando la Cancellieri

Impossibile credere all'ottimismo sparso a piene mani da Enrico Letta sulla durata del governo. A parte i resoconti pilotati che vogliono un Silvio Berlusconi illuminato dal senso di responsabilità dopo aver incassato un'altra sconfitta sul fronte giudiziario, la realtà che emerge è quella di un Pdl in fibrillazione perché si sente tradito dal Presidente della Repubblica, che non avrebbe rispettato i patti (!). 
A sostenerlo non sono solo indiscrezioni giornalistiche, ma anche le dichiarazioni di qualche colonnello del Cavaliere, che vorrebbe far morire Sansone con tutti i filistei di fronte allo tsunami di sentenze che potrebbe travolgere il proprietario del centrodestra, dal caso Ruby al lodo Mondadori, dalla compravendita dei parlamentari alla  Cassazione che potrebbe cacciarlo dal Parlamento.
Dopo una ventina d'anni di esperienza e di porcate, è facile intuire che Berlusconi, se non ha ancora scaricato il "governo del fare" è perché nutre ancora fiducia sulle possibili vie d'uscita. Una potrebbe essere quella di confidare proprio nella Cassazione, dove di recente i magistrati di centrodestra, in una riunione del Csm presieduta da Napolitano (un caso?), hanno eletto alla presidenza Giorgio Santacroce, vecchia conoscenza di Cesare Previti con il quale si "attovagliava" spesso. L'altra è nelle mani della ministra della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, pronta a usare l'escamotage del sovraffollamento delle carceri per salvare le chiappe a un po' di colletti bianchi.
E' noto a tutti coloro che siano dotati di un minimo senso del ridicolo, che gli istituti di pena si riempiono soprattutto di poveri sfigati, incastrati dalle due peggiori leggi criminogene, razziste e anticostituzionali firmate da Gianfranco Fini (fortunatamente scomparso dalla scena politica), una sulla droga insieme a Carlo Giovanardi (un nome una garanzia) e una sull'immigrazione, siglata in coppia con Umberto Bossi, leader dell'unico partito razzista finito al governo in un paese della Ue, anche lui politicamente morto dopo che tutta la famiglia è stata pescata ad attingere a piene mani dai fondi del partito (quello che si scagliava contro Roma ladrona).
Ma tranquilli, nessuno ha in mente di mettere mano a questi obbrobri. 
Il piano è quello di salvare Silvio, come fu fatto in passato per i notabili democristiani pescati con le mani nella marmellata dalle inchieste di Tangentopoli. La brillante idea della Cancellieri sarebbe quella di riesumare l'amnistia approvata nel 1998, che salvò dal carcere l'ex tesoriere Citaristi, 'o ministro Pomicino e l'ex segretario Forlani. Allora bastò scrivere che veniva risparmiato il carcere a tutti coloro che avevano subito una condanna inferiore ai tre anni. 
Con il Caimano, purtroppo, tutto questo non basta: serve qualcosa di più forte, tipo la concessione dei domiciliari a chi ha compiuto 70 anni (a prescindere dal suo stato di salute) e l'innalzamento a quattro anni della pena minima oltre la quale si finisce dietro le sbarre. I problemi di Berlusconi evidenziano ancora una volta il concetto classista di questi giuristi un tanto al chilo: con il capolavoro della Cancellieri, infatti, grazie anche all'applicazione dei benefici della pur sacrosanta legge Gozzini e quelli previsti per la buona condotta (45 giorni in meno per ogni anno di condanna) uscirebbero immediatamente dal cercare i poliziotti condannati per l'ignobile omicidio di Federico Aldrovandi, mentre rimarrebbero dentro i "clandestini" fermati senza permesso di soggiorno e accusati di "false dichiarazioni a pubblico ufficiale".
Tutto questo per salvare Silvio, che con l'indulto vedrebbe scomparire anche la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici. Naturalmente con il consenso del Pd.

giovedì 20 giugno 2013

Dolce & Gabbana: maestri di eleganza? No, i soliti evasori fiscali anche un po' coatti

Come mai Dolce&Gabbana, coppia di stilisti omosessuali, potessero simpatizzare per Silvio Berlusconi che ha portato al governo alcuni fra i più ignobili omofobi della politica italiana era un po' un mistero. Eppure i due avevano più volte fatto outing sull'amicizia che li legava al Cavaliere, il quale non si è perso una "festa" di quelle organizzate dal duo.
Diciamo che dopo ieri è tutto molto più chiaro.
Secondo le accuse, i magliari avrebbero nascosto al fisco italiano un miliardo di euro (sì, avete capito bene, un miliardo di euro) e se la sono cavata con una condanna a un anno e otto mesi sospesa con la condizionale, anche perché grazie alle leggi del loro caro amico di pacchianate il reato di dichiarazione infedele dei redditi relativo a un'evasione di 832 milioni è finito in prescrizione. I due sono stati comunque condannati per aver dichiarato 25,4 milioni di euro contro i 422,3 milioni effettivamente messi in tasca.
Ecco, in un paese normale (tipo Francia, Germania e Stati Uniti) ora sarebbero dietro alle sbarre a scontare pene non inferiori ai cinque anni e subito dopo il primo grado di giudizio. Da noi, invece, trovano anche chi li difende sostenendo che hanno fatto il bene del paese perché la loro azienda dà lavoro a tremila persone.
Un po' come Silvio, grande benefattore dell'Italia: da quando lui è sceso in politica infatti viviamo tutti nel lusso e nell'agiatezza dei suoi ristoranti sempre pieni, delle sue ville mostruose, degli yacht e di tutto il ciarpame di cui si circondano questi personaggi, inclusi i costumini firmati che fanno tanto macho-gay.
A nessuno viene in mente che se avesse rispettato le regole la maison avrebbe potuto dare lavoro a molte più persone? Nessuno pensa ad esempio, che per quanto si possa essere famosi e vincenti accumulare simili guadagni sia totalmente immorale?

martedì 18 giugno 2013

Governo e militari? Piazzisti di armi all'italiana

Uno dei terreni sui quali si misurerà la consistenza o meno di una importante forza di sinistra in Italia sarà senz'altro quello dell'acquisto degli F-35. Il ministro della Difesa, il cattolicissimo Mario Mauro (ex Forza Italia riciclatosi con Monti), è un convinto sostenitore degli aeroplanini della statunitense Lockheed Martin, capaci di trasportare anche ordigni nucleari (chissà per conto di chi e contro chi). Nonostante il governo dei tecnici avesse pudicamente ridotto a 90 il numero degli esemplari da comprare, il ministro spera ancora che il Parlamento, con la sua bella maggioranza delle larghe intese, riporti "l'asticella" (così l'ha chiamata) ai 131 aerei dell'ordine originale. 
Come tutti i seguaci di Comunione e Liberazione, anche Mauro sembra molto più interessato agli affari che non allo spirito, figuriamoci al desiderio di pace e ovviamente giudica demagogica la posizione di parecchie illustri persone di orientamenti diversi che hanno firmato un appello per cancellare il contratto e destinare la mostruosa quantità di denaro ad altri scopi, tipo il lavoro e i giovani, tanto per ricordare quelli che avrebbero dovuto essere i principi ispiratori dell'attività del nuovo governo (nel suo discorso alle Camere il Letta minore aveva pronunciato queste parole con l'intonazione retorica tipica di chi sa che sta raccontando balle). 
Dove ha parlato il ministro Mauro? Al salone dell'aeronautica di Le Bourget, appuntamento internazionale al quale Finmeccanica invita i giornalisti ospitandoli (anche perché sennò nessuna testata seguirebbe mai una pacchianata del genere, salvo la stampa specializzata). Per chi non lo sapesse, Finmeccanica è la holding italiana che possiede aziende che operano in prevalenza nei settori della difesa e dell'aerospazio, fra cui l'Alenia (che partecipa alla costruzione degli F-35) e naturalmente, essendo prima di tutto italiani, il presidente e amministratore delegato di questo ben di dio è stato arrestato per corruzione internazionale.
I fiori all'occhiello della nostra industria che spingono politici e anche qualche sindacalista non molto lucido (tipo la Camusso) a difendere l'acquisto degli F-35 utilizzando la scusa dei posti di lavoro, anche se dai primi calcoli il ritorno del mostruoso investimento (che ancora non si capisce a quanto ammonti) non arriverà al 20%. 
A riprova di cosa si muova dietro questi giochini, domani in Consiglio dei Ministri si discuterà di un provvedimento inserito nel secondo pacchetto di norme per la semplificazione, una modifica al Codice dell’ordinamento militare che prevede che la Difesa possa “svolgere per conto di Stati esteri attività di supporto tecnico-amministrativo ovvero contrattuale per l’acquisizione di materiali di armamento prodotti dall’industria nazionale”. Per il generale Fabio Mini, ex comandante della missione Nato in Kosovo, in questo modo si vuole "istituzionalizzare il ruolo della Difesa come trafficante di armi e piazzista estero al servizio di Finmeccanica, sdoganando il gigantesco conflitto di interessi tra apparato militare e industria bellica”.
Secondo Mini, questa attività dei generali italiani, una prassi già ampiamente consolidata, "viene ricompensata con importanti avanzamenti di carriera oppure con un pagamento differito sotto forma di importanti incarichi aziendali e ricchi contratti di consulenza una volta in pensione. Tutti i capi di stato maggiore sono ‘nominati’ da Finmeccanica, a volte perfino i ministri della Difesa, come dimostra il caso Di Paola"
Il governo del fare. 

lunedì 17 giugno 2013

Dopo la fregatura dell'Ici-Imu, il Cavaliere cerca di truffare nuovamente un po' di elettorato senza cervello

La mossa è sempre la stessa, anche se funziona sempre di meno. Silvio Berlusconi, il puparo che ancora muove i fili del governo può sempre contare sull'idiozia di una consistente parte dell'elettorato italiano rimasto fermo alle promesse da campagna elettorale, che continua a votarlo malgrado le spari sempre più grosse. Quando non scende in campo direttamente .però sono dolori, basta vedere come sono andate le recenti amministrative. D'altra parte certe balle le può dire solo lui: se manda avanti le marionette, tipo Gianni Alemanno a Roma, i risultati sono a dir poco disastrosi.
Ora il Caimano deve accreditarsi come quello che costringe il governo del Letta minore ad allargare un po' i cordoni della borsa e fa il diavolo a quattro su Imu e aumento dell'Iva. Spero sia inutile ricordare a chi legge che la tanto acclamata abolizione dell'Ici sulla prima casa, varata nel 2008 sull'onda dello schiacciante successo elettorale contro l'armata Brancaleone guidata da Veltroni, è stata una fregatura colossale: l'Imu, che anche il Pdl ha votato senza manco turarsi il naso, in alcuni casi va a ricalcare fedelmente la vecchia imposta e per i poveretti che sono proprietari di una "seconda casa" (magari solo un piccolo appartamento da lasciare ai figli) c'è stato un aumento folle: a Roma per 70 metri quadrati in una zona comunque fuori dal centro e in un palazzone di otto piani con quattro scale si pagano duemila euro (!). 
Insomma, sarebbe meglio che certe promesse non si facessero più. Che senso ha il rinvio della rata dell'Imu quando sappiamo già che a settembre ce la ritroveremo tutta? Che senso ha insistere sul congelamento dell'aumento dell'Iva, quando si sa benissimo che non c'è alcuna copertura? Mentre il povero Letta debutta al G8 da buona ultima ruota del carro (sulle principali questioni sul tappeto internazionale ovviamente non contiamo nulla), Berlusconi in Italia è in pieno delirio e lo invita a sforare i patti europei, "tanto non ci cacciano" (no, ma ci fanno un culo così). Poi la battuta migliore: "Il lavoro lo possono creare solo gli imprenditori, dobbiamo sostenere questi capitani coraggiosi che oggi dobbiamo chiamare eroi". Chissà, forse pensava alla famiglia Riva a Taranto o ai tanti Marchionne sparsi per il paese, che i posti di lavoro li hanno massacrati.
Balle spaziali? Non importa. E' solo un'esca per gonzi. Che in Italia, si sa, sono sempre tanti. 

venerdì 14 giugno 2013

Sesso in Vaticano: un'altra grana per il "pampa" Bergoglio. Arriva la temibile lobby gay

Troppo noiose le vicende politiche del periodo per aver voglia anche di commentarle. La vittoria dei candidati del centrosinistra alle amministrative, ottenuta in aperta opposizione a quelli del centrodestra che hanno visto crollare i loro consensi, non ha insegnato molto. Quindi il governo va avanti felice, sostenuto da praticamente tutta la stampa, malgrado sia costretto a rimangiarsi un sacco di balle promesse scatenando la furia di Silvio. 
Meglio farsi due risate con il Vaticano, che cambiato il monarca è come al solito alle prese con migliaia di beghe apparentemente pensate apposta per i libri di genere che hanno fatto la fortuna di qualche casa editrice. 
Dopo gli scandali della pedofilia, lo Ior, il corvo e VatiLeaks, ecco che arriva la temibile lobby gay. Parola di papa Francesco, che dopo un paio di bicchieri di troppo si è sfogato con gli amici della Conferenza latinoamericana. La presenza di questa spaventosa associazione segreta sarebbe anche all'origine delle premature e storiche dimissioni di Benedetto XVI, scioccato da cotanta profanazione.
La verità? 
Il solito verminaio. Gli alti prelati che reclutano giovani ragazzini allo sbando e se ne approfittano per pochi spiccioli. Qualcuno i soldi per le marchette li prende addirittura dalle cassette delle offerte, se ne occupa la polizia, tutti lo vengono a sapere, ma il pezzo grosso non viene cacciato, solo trasferito a una parrocchia addirittura più grande. 
Dicono che la lobby gay li protegge. Ma è una palese bugia, visto che si sono comportati nello stesso modo quando qualche sacerdote stuprava le ragazzine. Come al solito, i mostri sono "gay". Quelli normali, beh... quelli normali magari non si fanno neanche preti. 

venerdì 7 giugno 2013

Guerrafondai al governo: per loro è "fuorviante e demagogico" togliere fondi agli F-35 per gli asili

Nel programma di governo del Pd c'era l’impegno a stanziare 7,5 miliardi di euro per mettere in sicurezza scuole e ospedali, avviare piani di recupero ambientale e progetti per la mobilità urbana. I fondi dovevano essere trovati  attraverso il taglio dell'acquisto di cacciabombardieri F-35 e di armamenti vari, ma con il governo dell'inciucio i guerrafondai del nostro paese possono dormire sonni tranquilli. "Sono pronto a dibattere con il Parlamento su tutto, ma se l'approccio è un F-35 in meno per avere 30 asili in più è  un approccio sbagliato, fuorviante e demagogico", ha avuto il coraggio di dire il neoministro della Difesa, Mario Mauro, cattolicissimo esponente di Comunione e Liberazione, un passato in Forza Italia e riesumato con la lista Monti. Perché in effetti, pensateci bene, che cosa brutta e demagogica è quella di rinunciare a un po' di strumenti di morte per far crescere meglio i nostri figli. Una roba sconveniente, da sovversivi. 
Sovversivi come Felice Casson, vicepresidente della Commissione Giustizia del Senato, che ha presentato una mozione firmata da altri 17 senatori del Pd, che metterà ancora una volta a nudo davanti agli elettori l'ambiguità del partito. La proposta è molto semplice: sospendere immediatamente la partecipazione italiana al programma dei cacciabombardieri per indirizzare quei soldi alle vere emergenze del Paese, a cominciare dal lavoro e dalla messa in sicurezza dei territori a rischio idrogeologico. I nuovi velivoli della Lockheed Martin di cui l’Italia ha all'attivo un ordine di 90 elementi (per un costo stimato di circa 12 miliardi di euro) sono del tutto inutili, anzi dannosi, perché pensati per missioni di attacco che la nostra bistrattata Costituzione non prevede e sono solo una cambiale in bianco firmata per l'insaziabile industria bellica statunitense. 
Ma il Partito Democratico, come si è dimostrato nel caso dell'abolizione del Porcellum (dove è stato lasciato solo il povero Roberto Giachetti), è ormai completamente ostaggio delle larghe intese e continuerà sempre di più a rinnegare la sua natura. 
Basta salvare la poltrona. 

Le Vanna Marchi del cattolicesimo: tenete gli anziani lontani da Radio Maria

Fare leva sulla credulità della gente è uno dei fondamenti di qualsiasi confessione religiosa. E sono soprattutto le persone più deboli, quelle meno istruite o gli anziani, a cadere nelle trappole peggiori. Negli Stati Uniti le sette dei predicatori evangelici raccolgono milioni di dollari grazie agli spot televisivi nei quali promettono di indicare la strada per il Paradiso e così fanno tutti i pentecostali in giro per il mondo. Da noi c'è un fenomeno veramente unico, un altro di quelli indirettamente causati dalla presenza di Silvio Berlusconi in politica. 
E' in pieno far-west dell'emittenza (prima della legge Mammì che si limiterà a fotografare l'esistenze per consentire al padrone della Fininvest di mantenere tutte le su reti) che Radio Maria a fine anni ottanta diventa la radio privata italiana con il maggior numero di ripetitori (oltre 850) sparsi in tutto il territoriocon una copertura nazionale superiore a quella della Rai, raggiungendo anche gli sperduti paesini di montagna, non coperti da altri segnali radiofonici, perché nel XXI secolo (sembra difficile crederlo, ma è così) ci sono zone dell'Italia dove i cittadini che accendono la radio possono solo sentire le prediche di turno o recitare il rosario.
Naturalmente, la radio dà spazio alle voci più conservatrici della Chiesa e quelle che prestano una grande attenzione al potere, soprattutto quello economico, come Comunione e Liberazione, i neocatecumenali, l'Opus Dei. E ciliegina sulla torta, ogni mese c'è il messaggio ai fedeli direttamente da Medjugorie, dove la Madonna parlerebbe con i veggenti (fenomeno sul quale ha espresso molti dubbi perfino il Vaticano). 
Roba da vecchietti rimasti soli in casa, che però in Italia sono tanti e soprattutto hanno qualche soldo da parte perché ai loro tempi ancora ci si riusciva a risparmiare. Ecco quindi la grande idea: l'invio di una serie di comunicazioni e opuscoli nei quali si chiede senza mezzi termini (e in modo quantomeno furbesco) un lascito dal proprio testamento. "Milioni di persone come te e come me ogni giorno sperano gioiscono e si consolano ascoltando Radio Maria, vuoi che lo facciano ancora in tanti, vuoi aiutare a portare nelle case la parola di Dio? Un lascito testamentario, anche piccolo, è un atto d'amore", è il testo del trappolone. A chi ci cade, i solerti seguaci di Radio Maria inviano anche un esperto a casa a far firmare le carte.
La storia, tirata fuori da alcuni blog e dal quotidiano Repubblica, appare come uno dei tanti fenomeni di circonvenzione di incapace, che vanno dall'assicurazione per la vita eterna, ai tarocchi, ai filtri d'amore. Il direttore di Radio Maria, don Livio Fanzaga, prende invece le distanze dall'iniziativa: "E' un'idea degli uffici amministrativi", poi però attacca il telefono in faccia al giornalista che lo ha contattato. 
Quanto hanno rastrellato fino ad ora le Vanna Marchi cattoliche? 

mercoledì 5 giugno 2013

Il nuovo braccio violento della legge ai tempi delle larghe intese, botte a Terni e assoluzioni nel caso Cucchi

In Italia da pochi giorni abbiamo un nuovo Ministro dell'Interno e un nuovo capo della polizia. Per chi non se ne fosse accorto, stamattina a Terni prefettura e questura hanno inaugurato il nuovo corso facendo caricare una manifestazione dei lavoratori dell'acciaieria Thyssen. Botte da orbi e testa spaccata da una manganellata per il sindaco della città, Leopoldo Di Girolamo. Non si era mai visto niente del genere. Qualche esponente del Pd, come il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico, ha balbettato qualcosa a proposito dell'accertamento delle responsabilità, ma sempre, per carità, in difesa dei valorosi uomini in divisa, che in Italia vanno assolti a prescindere.
La prova di come funziona "l'accertamento delle responsabilità" qui da noi è arrivata qualche ora dopo:  al processo per la morte di Stefano Cucchi, il ragazzo massacrato di botte in carcere vengono assolti gli agenti della polizia penitenziaria accusati di averlo fatto a pezzi e vengono condannati, con pene ridotte e la sospensione della condizionale, i medici che non lo hanno soccorso. 
Capolavori di una democrazia totalmente incompiuta. 


"Roma è un posto sicuro", se ti chiami Berlusconi e giri con dieci uomini di scorta

"Vivo a Roma cinque giorni su sette. Sono sempre uscito e sono andato in centro e in periferia di giorno di notte nella massima tranquillità e questa è anche l'opinione di molti miei amici romani". La Capitale del sindaco Alemanno? Un posto sicuro, soprattutto se ti chiami Silvio Berlusconi e se le ultime volte che ti sei fatto vedere in giro per strada avevi intorno una decina di uomini di scorta. Sarà per quello che il Cavaliere immagina di "dare il via al poliziotto e al carabiniere di quartiere e anche all' utilizzo dei militari nelle periferie. I militari - prosegue Silvio - sono contentissimi perché sentono di rendersi così utili invece di stare in panciolle nelle caserme".
I cittadini romani ringraziano per l'acuta analisi da statista, in attesa dei carri armati per le strade.

martedì 4 giugno 2013

Grillo e i giornalisti: come si fa a dargli torto?

Beppe Grillo non è uno con cui si possa fare un ragionamento. E' come il pazzo profeta dell'etere di Quinto Potere, urla la sua incazzatura e basta e se ha buon gioco sull'opinione pubblica è perché ci azzecca spesso ad individuare quali possano essere gli obiettivi dei suoi strali. Quando insulta i giornalisti dicendo che sono peggio dei politici e caccia via dalla piazza le telecamere della Rai ha sicuramente torto per il modo in cui pone la questione, ma come si fa a non dargli ragione sulla sostanza delle sue affermazioni?
Chi si straccia le vesti perché il comico non vuole essere ripreso in ogni istante della sua vita, non ricorda (o non vuole ricordare) le centinaia di politici che hanno allontanato in malo modo telecamere e cronisti, spesso facendoli pestare da scorte formate da autentici picchiatori selezionati tra le forze dell'ordine se non quando li pestavano direttamente loro (vedi il mitico balilla Ignazio La Russa, che dava i calci come un ragazzino dell'asilo). 

L'outing della Mussolini: i "comunisti" non sono poi così cattivi e le fanno anche i sorrisetti

Tempi di inciucio. L'aria delle larghe intese, della coesione e della responsabilità, contagia perfino una sguaiata vajassa (Carfagna dixit) come Alessandra Mussolini, che improvvisamente sente il profumo della primavera e si trova così bene insieme agli ex odiati comunisti, ora che tutti lavorano per il suo padroncino. 
Sentite che roba ha dichiarato al Fatto: "Noi e loro anima e corpo. Sembra che noi e il Pd non siamo mai stati avversari. Siamo in piena luna di miele. Ci scambiamo tutti sorrisetti, occhiolini, pacche. In questa realtà sono a mio agio. M5S e Sel sono tremendi, hanno totalmente perso il senso della imparzialità. Invece la parola d'ordine é condivisione. In armonia".
Anima e corpo, luna di miele, sorrisetti, occhiolini e pacche. Il Partito Democratico di Letta e Epifani presto riabiliterà pure il nonno appeso a piazzale Loreto. Nel nome del presidenzialismo. 

lunedì 3 giugno 2013

I democratici che lavorano per Silvio: Boccia e il grande imbroglio del presidenzialismo

Questo governo una cosa sola poteva fare: abolire il Porcellum, tornare alla legge elettorale precedente e levarsi di mezzo rapidamente. Invece, giorno dopo giorno, emergono le ambizioni vagamente golpiste dei democratici fautori dell'inciucio (Giorgio Napolitano in testa), che sperano di tenere il nipote di Gianni Letta a Palazzo Chigi ancora un bel po', almeno quanto basta a sistemare tutti i problemi di Silvio Berlusconi, per poi tornare magari a votare con la legge porcata.
Come altro interpretare la netta opposizione alla mozione presentata da Roberto Giachetti e appoggiata da Sel e Movimento 5 Stelle? Come tutti coloro che non si adeguano al pensiero unico, il povero deputato aveva avanzato la timida proposta per non perdere altro tempo: il ritorno immediato al Mattarellum.
Apriti cielo. I suoi lo hanno trattato come un appestato.

Otto per mille, anche quest'anno non cadete nella trappola studiata da Craxi e dalla massoneria vaticana

Come ogni anno, faccio mio l'appello di molti laici o semplicemente persone di buon senso che invitano a non dare l'otto per mille alla Chiesa cattolica. Se dovete ancora presentare la dichiarazione dei redditi, ricordatevi che questa è solo una grande truffa, studiata a tavolino nel 1985 da due abili manovratori, il pluricondannato e morto in stato di latitanza Bettino Craxi e monsignor Agostino Casaroli, uno degli oltre cento prelati legati alla massoneria contenuti nella lista pubblicata nel 1979 dal giornalista Mino Pecorelli dopo l'elezione del papa polacco, l'uomo giusto al momento giusto per garantire Ior, P2 e Opus Dei
Fu un vero e proprio imbroglio, sullo stile di quello che in questi giorni sta portando avanti il governo Letta con la finta abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. L'otto per mille avrebbe dovuto cancellare i contributi statali alle confessioni religiose, basandosi sulla scelta individuale dei contribuenti, ma fu introdotto un meccanismo per far finire nella casse del Vaticano anche i soldi di quelli che non facevano alcuna scelta, che sono oltre il 60%. Il restante però viene assegnato ugualmente, e in proporzione alle scelte espresse. Una quota a cui si aggiunge poi anche la parte di contributi che provengono dai quei contribuenti che non sono tenuti in nessun modo a presentare dichiarazione dei redditi.