venerdì 20 settembre 2013

Il Papa furbetto e la vergogna dei ginecologi cattolici

Fanno sinceramente tenerezza i tromboni finto-progressisti che si emozionano sempre tanto di fronte alla banalità buoniste con cui papa Francesco riempie le pagine dei giornali. Ieri tutti commossi di fronte al fatto che il vecchio gesuita, in un'intervista al settimanale dei gesuiti (rivista che si abbevera alla greppia dei contributi per l'editoria dei periodici cattolici), ha detto che ci vuole il dialogo anche con quei cattivoni dei gay e di quelle donnacce che abortiscono (al patto, sia chiaro, che siano fortemente pentite). Dopo un paio di Papi che invocavano il rogo a ogni più sospinto, l'esibizione di un minimo di misericordia cristiana (ma proprio un minimo) deve aver contribuito a un'allucinazione collettiva. Oggi perfino il Manifesto mette il Papa rivoluzionario in prima pagina, aspettando il miracolo divino.
L'argentino che non si era mai accorto di vivere in un paese dove i militari torturavano la gente (perfino i suoi confratelli) deve essersi un po' spaventato dalle reazioni. E oggi ci ha finalmente mostrato il lato cattivo, anche perché sennò noi atei come ci divertiamo?
Bergoglio il rivoluzionario ha ricevuto in udienza i ginecologi cattolici (a quando i cardiologi buddisti o gli otorinolaringoiatri islamici?) e ha loro detto di stare attenti alla "diffusa mentalità dell'utile, la cultura dello scarto, che oggi schiavizza i cuori e le intelligenze di tanti, ha un altissimo costo: richiede di eliminare esseri umani".  Secondo il Papa, "ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente a essere abortito, ha il volto del signore" e "ogni anziano, anche se infermo o alla fine dei suoi giorni, porta in sè il volto di Cristo. Non si possono scartare". 
Ora, tralasciando il fatto che il volto di Cristo - se si è davvero cristiani - lo si dobrebbe riconoscere in tutti gli esseri umani, comprese le madri che muoiono di aborto clandestino e gli anziani costretti a marcire nei letti d'ospedale anche contro la loro volontà, le parole di papa Francesco sono un'autentica chiamata alle armi, a serrare i ranghi, a perpetuare quello che è uno dei grandi scandali della sanità italiana. 
Grazie a una norma della legge sull'aborto, la celebre 194 del 1978, ginecologi, anestesisti e personale paramedico possono scegliere di non praticare l'interruzione volontaria di gravidanza, trincerandosi dietro le loro convinzioni fideistiche (a dimostrazione del fatto che anche quando in Italia si è fatto qualcosa di sinistra si è subito pensato a un generoso regalino ai cattolici). Ora uno si chiede: posto che la legge risale a 35 anni fa, chi nel frattempo ha intrapreso la carriera non poteva semplicemente fare altro se pensava che la sua coscienza gli impedisse di applicare una norma dello Stato, confermata da un referendum popolare? Evidentemente le regole non valgono per tutti e tantomeno per i farmacisti che si rifiutano di vendere anticoncezionali e che pure sono titolari di una licenza concessa dallo Stato. 
Come ha rivelato tempo fa Repubblica in un'inchiesta, in Italia oltre l'80% dei ginecologi è obiettore di coscienza e le donne che non riescono a trovare posto si rivolgono al mercato clandestino. Il Ministero della Sanità ha calcolato almeno ventimila le interruzioni di gravidanza illegali, ma secondo alcune stime sono almeno il doppio. Senza contare l'assurda cifra di 75 mila aborti "spontanei", che in larga parte potrebbero essere frutto di pratiche "casalinghe" finite male.
Sull'obiezione di coscienza dei medici, siamo in Italia, è fiorita tutta una cancrena, con ambulatori fuorilegge: l'ultimo gestito dalla mafia cinese (!)  stato scoperto poco tempo fa  a Padova e incassava quattromila euro al giorno. Tra i clienti anche donne italiane. E poi sequestri, spaccio di farmaci abortivi, confezioni di Ru486 di contrabbando (quelle che magari non vogliono vendere i farmacisti), 188 procedimenti penali aperti nell'ultimo anno per violazione della 194, spesso contro "insospettabili professionisti" che agivano nei loro studi medici, alla faccia della "diffusa mentalità dell'utile".
La rivoluzione di Bergoglio? Buona per i gonzi. 

2 commenti:

  1. nessuno può obbligarci ad uccidere per legge

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  2. Se tutti quelli che vogliono aggirare una legge si nascondessero dietro l'obiezione di coscienza, sarebbe la fine. Un cattolico integralista non dovrebbe fare il ginecologo, nè il farmacista. Così come un pacifista non fa il militare o il poliziotto. Un servizio per la collettività non può prescindere dal rispetto delle prestazioni previste dalla legge. Che l'aborto sia un omicidio è una tesi (peraltro molto contestata) portata avanti dalle confessioni religiose, non si capisce perchè debbano subirla anche le persone che non credono.

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