lunedì 9 giugno 2014

Nell'Italia del nuovo che avanza torna il reato di opinione

I regimi dittatoriali hanno intrapreso da tempo strade più subdole per esercitare il loro potere. I militari col carro armato non funzionano più, mettono paura e spaventano i mercati: oggi è il momento del Grande Pensiero Unico, quello che non si può contestare, nè criticare, nè tantomeno combattere. Non ho una gran simpatia per Erri De Luca, passato dal servizio d'ordine di Lotta Continua agli editoriali da cattolico folgorato sulla via di Damasco per conto di uno dei quotidiani più retrivi d'Italia, l'organo ufficiale della Cei, Avvenire. Ma quello che gli è successo ha veramente dell'incredibile. 
De Luca è stato rinviato a giudizio per aver detto che "la Tav va sabotata", perché la Tav è l'ultima delle greppie alla quale si stanno sfamando i partiti, i resti di quello di B. e i democratici di Renzi, che non passa giorno che non vedano qualcuno di loro in manette. La Torino-Lione è il nuovo Mose, un altro Expo 2015, l'ennesima Italia '90, la perenne e truffaldina idiozia che ricoprire il paese di cemento e strutture inutili rappresenti una forma di progresso, il nuovo che avanza, il partito di calce e martello e quello dei palazzinari immarcescibili. 
Il problema è che ora, nel Paese dei balocchi di Fonzie da Firenze, si rischia il carcere anche per esprimere un'opinione. E questa è una vergogna che nessuno che abbia il coraggio di dirsi di sinistra dovrebbe mai accettare. 

mercoledì 4 giugno 2014

Il Mose da De Michelis al Pd e Forza Italia, paradigma della truffa a larghe intese

C'è qualcosa perfino di rassicurante nella coazione a ripetere della politica italiana, sempre invischiata nelle stesse storie, sempre pescata con le mani nel sacco, sempre pronta a risorgere dalla macerie in cui periodicamente la riducono le inchieste della magistratura. Era il 4 novembre del 1988, quando Gianni De Michelis, emblema del Partito Socialista italiano, ovvero della più agguerrita congrega di corrotti e corruttori mai messa insieme, inaugurò il Mose, il Modulo sperimentale elettromeccanico che doveva salvare Venezia dall'acqua alta e contro il quale si erano scagliati gli ambientalisti e alcune forze politiche di opposizione, facendo notare come in Olanda avessero speso molto meno, evitando devastazioni, per risolvere lo stesso problema.