lunedì 28 dicembre 2015

La ricetta contro lo smog nelle città? Tranquilli, c'è l'ovviamente incompetente ministro Galletti

Se in tempi di guerra ai terroristi dell'Isis è molto rassicurante sapere che il Ministero dell'Interno è guidato da quella vecchia volpe di Angelino Alfano, di fronte alla nuova emergenza nazionale, quella dello smog e dell'aria irrespirabile, fa piacere sapere che sugli italiani veglia un altro grande cervello, quello del ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti (chi?). Un commercialista prestato alla politica, che le uniche due volte che ha partecipato per competizioni elettorali a Bologna, tentando di correre da presidente della Provincia e poi da governatore della Regione, non è stato votato neanche da tutti i familiari e che si è ritrovato, come da vecchio codice stile democristiano, a occupare il suo bello scranno di ministro di un Ministero che non conta una sega come lui.

Il nostro uomo ha la ricetta giusta per affrontare il problema: 35 milioni di euro ai comuni per, udite, udite, la "scontistica che incentiva l'utilizzo dei mezzi pubblici, il car-sharing, il bike-sharing, le piste ciclabili".
Ecco, di fronte a queste parole si capisce benissimo che il nostro non ha mai preso un autobus in vita sua, non paga la benzina e soprattutto non conosce le nostre città, che non sono esattamente pianure come certi paesi del Nord Europa. Solo uno che non ne sa niente può pensare che ridurre il prezzo dei biglietti dell'autobus ne incentivi l'utilizzo, visto che chi usa la macchina spende delle cifre da capogiro. Pazzi? No, costretti dallo stato in cui versa il servizio pubblico, che soprattutto a Roma direi che ha toccato il fondo. Se qui nella capitale anche solo il 10% degli automobilisti decidesse di seguire il consiglio e lasciasse la macchina a casa, nessuno riuscirebbe più a salire su autobus e metro nelle ore di punta e alle fermate ci sarebbero scene da assalto alla baionetta, purtroppo già ora frequenti. Per non parlare delle biciclette. Galletti è di Bologna, provi ad andare in bicicletta a Roma o a Napoli e scoprirà che è roba da gente allenata per il giro d'Italia e anche un po' dopata, visto che non sono altro che salite e discese a volte ripidissime.

Insomma, il solito uomo giusto al posto giusto. L'asino in mezzo ai suoni. Per incentivare l'utilizzo dei mezzi pubblici non serve ridurre il prezzo del biglietto (già fra i più bassi d'Europa), serve comprare autobus, treni e assumere gente che li guida, non che scalda la sedia in ufficio, triplicando l'offerta. Se i mezzi pubblici funzionassero come a Berlino, Amsterdam e Copenaghen, le gente li utilizzerebbe ben volentieri. E poi andrebbe stretta la garrota attorno al collo delle industrie automobilistiche, per costringerle a produrre sempre più vetture elettriche, magari allo stesso tempo consentendo a chi le acquista di scaricare i soldi dalle tasse. Invece no, per le nostre città girano mostri di suv che si fregiano del marchio euro 6 e ci vorrebbero far credere che inquinano meno del pandino di 10 anni fa.

Tutto come sempre, l'emergenza serve a fottervi i soldi. E compratevi st'auto nuova, va. Così per un paio d'anni il divieto lo aggirate e Marchionne e i banditi di Volkswagen possono dormire sonni tranquilli.  


1 commento:

  1. Cosi' quando si saranno presi i soldoni, previa divisione, non faranno nulla. perché, nelle grandi citta', non cominciano a fare dei controlli sugli impianti di riscaldamento ????? mi risulta che molti se fossero nel mio paesello sarebbero fuori legge....mentre li' no ...e poi...poi... solo balle un'anno dopo l'atro, un politico contro l'altro e non provano neanche a fare un controllo. pensano solo ai soldi che potrebbero arrivare alla faccia dei cittadini. Svegliatevi e smettetela di fare i saccenti!!!!

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